Sto qui
In vetta alla mia inutilità
Chiusa
In prostrato silenzio
Mi prudono le mani
Per la voglia di plasmare
Dagli occhi
Sorgono cristalli
Ad ogni carezza sul cuore
Non so più leggere parole
Serrate restano
Le labbra della mente
E' ora di andare
Nei boschi celesti
Confondermi
Tra le colonne di vita
E dissetarmi
Con la loro linfa divina
Poi tornare
Nella valle del pianto
A compiere
Il cammino pattuito.
In vetta alla mia inutilità
Chiusa
In prostrato silenzio
Mi prudono le mani
Per la voglia di plasmare
Dagli occhi
Sorgono cristalli
Ad ogni carezza sul cuore
Non so più leggere parole
Serrate restano
Le labbra della mente
E' ora di andare
Nei boschi celesti
Confondermi
Tra le colonne di vita
E dissetarmi
Con la loro linfa divina
Poi tornare
Nella valle del pianto
A compiere
Il cammino pattuito.
Bella poesia intimistica da dove nasce la ricerca di sé nell'essenza dell'anima.Complimenti e buona giornata
RispondiEliminaGrazie Fior di zagara, hai colto l'essenziale, buona giornata a te.
EliminaPoesia bella e particolare,condivido il senso del commento di Cettina,dove l'intimismo è la rappresentazione stessa e estesa dell'animo umano.
RispondiEliminaComplimenti a Gabrielle,buona serata cara Gianna.
Ciao Massimo, pensiero giusto il tuo, a parte le particolarità di ogni animo, c'è in tutti noi quello che si chiama l'inconscio universale che ci accomuna.
EliminaGrazie e buona giornata.
Grazie Gianna per l'onore di ospitarmi di nuovo qui, un abbraccio caldo, buona giornata di sole a te e a tutti quanti.
RispondiEliminaA tutti capita, prima o poi, di sentire un bisogno di "fuga", di evasione dal quotidiano, dal contingente; e ciò perché spesso la realtà è negatrice dei nostri sogni e dei nostri (pur minimi) progetti.
RispondiEliminaQuesto è il senso dei presenti versi, in cui l'autrice non nasconde il proprio disagio esistenziale e anela dunque ad una dimensione nuova, alternativa, "celeste", perché al cielo alziamo gli occhi nei momenti di contrarietà e dal cielo (inteso non solo in senso ultraterreno, ma anche spaziale, fisico e cromatico) si può ottenere conforto.
Ma questo viaggio è breve, dura poco, in quanto l'autrice - rigeneratasi adeguatamente - intende tornare al "cammino" che la sorte ha stabilito per lei (e che stabilisce per ognuno di noi) ed affrontarlo con rinnovato vigore e ammirevole spirito di accettazione.
Un'altra prova poetica di ottimo livello, che conferma il notevole talento della nostra amica Gabriella.
Caro mio amico Nigel. ti ringrazio per l'attenzione. Noi abbiamo avuto modo di scambiare delle idee sul mio blog, ma mi fa sempre piacere il tuo intervento anche qui, in Vetrina, dove io leggo con interesse anche i tuoi commenti oltre che le poesie.
EliminaGrazie ancora e ti abbraccio, buona giornata.
Come come ho scritto da Gabrielle, mi piace l'atmosfera surreale che offrono i suoi versi e l'immagine che li accompagna. Emozionante!
RispondiEliminaComplimenti a Gabrielle e un bacio a lei e a te Gianna
Grazie ancora, anche a te Paola, L'immagine è un dipinto della fantastica Josephine Wall, che io amo tanto. I suoi capolavori mi aiutano ad illustrare, tante volte, i miei brani.
EliminaUn abbraccio cara, buona giornata.
Ciao Gianna, questa poesia di Gabri e' bellissima, hai fatto bene a riproporla, e' molto brava a descrivere situazioni come pennellate, valendosi di metafore originali, mai scontate, sorprende sempre, scritta probabilmente in un momento di melanconia, ma che ha reso i suoi versi ancora piu' sentiti e veri,emozionanti... complimentissimi alla nostra Gabri,grazie, baci rosa a presto...buona serata.))
RispondiEliminaE ringrazio anche a te cara Rosa, di nuovo. Si che era un momento di malinconia, dove si cerca il senso della vita e la forza per proseguire, che si trova, sempre, dentro di noi, nelle profonde motivazioni dell'anima.
EliminaUn bacio, buona giornata.
Grazie a tutti per i graditi commenti.
RispondiEliminaQuesta mi piace moltissimo, l'ho infatti anche commentata direttamente sul blog di Gabrielle :-)
RispondiEliminaGrazie Maris, complimenti alla tua sensibilità, un abbraccio.
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