Rovisto
gli avanzi d’un pianto
tra grani di sale
amaro
e opaco
che m’impedisce
di fuggire
e m’aggiro
straniera
in questa mia stessa vita.
I poeti, quelli veri,
loro sì che sanno
dove andare
per riportar in vita
i loro versi
Mentr’io scavo a stento
e sento
le mie mani dolere
e la notte
nella mente
che arranca
disperata
tra l’accenno d’un respiro
e la memoria d’un sorriso.
Credo Tu abbia ragione...è la differenza tra i VERI poeti e quelli (io probabilmente sì) che esternano semplicemente delle emozioni. Credo però che la linea di confine sia molto labile e soggettiva, quindi nell'incertezza, continuiamo a scrivere le nostre emozioni! Ciao.
RispondiEliminaCiao Gianna.
E' veramente molto bella.
RispondiEliminaHo già commentato questi versi sul blog personale dell'autrice, dunque non posso che ripetere quello che ho scritto.
RispondiEliminaElisena sostiene di non essere poeta, io invece che ho una certa frequentazione con la poesia (più che altro come fruitore ed esegeta) dichiaro pubblicamente che è una poetessa.
Soltanto un artista è in grado di concepire un verso come questo: "m'aggiro straniera nella mia stessa vita" per indicare il disagio di chi è (ancora) alla ricerca di un senso da dare all'esistenza, una delle fatiche più improbe che l'essere umano possa affrontare, dopo quella di sopravvivere agli stenti.
Non solo i poeti, ma anche Elisena sta riportando in vita i suoi versi, attraverso delle prove spontanee, sincere, immediate, che nascono da un'ispirazione profonda, si nutrono della sua creatività e subito raggiungono il bersaglio, meritando perciò la stimmata dell'Arte.
L'alba dunque è molto più vicina di quanto l'autrice possa credere, giacché c'è sempre una speranza per chi, come lei, può contare sulla luce radiosa di un fervido intelletto.
Muito bela a poesia, Gianna!
RispondiEliminaGrande abraço e sucesso!
Io in questi versi vedo la sensibile mano di una vera poeta che "s'aggira straniera nella sua stessa vita" per spezzare la banalità dell'abitudine che tutto appiattisce e con giusta sofferenza, va nell'ignoto alla ricerca di ciò che, nell'attimo in cui lo incontrerà, riconoscerà come necessario alla sua vita e alla sua arte.
RispondiEliminaUn saluto a te Elisena e un abbraccio alla mia dolce Gianna!
Grazie, mia Sciarada.
Eliminaciao Gianna anch'io avevo commentato sul blog di Elisena, mi trovo d'accordo con Nigel, ha fatto un'alisi perfetta, secondo me, attraverso la poesia passa tutta la nostra vita, ci analizziamo, riuscire ad esprimere le emozioni cosi poeticamente non e' da tutti, e' una dote naturale, arricchita da altre doti insite in ciascuno di noi, in primo luogo la sensibilita', complimenti ad Elisena, grazie e buon pomeriggio a tutti rosa.))baci
RispondiEliminaIn questo periodo così sterile per la mia mente, non posso che abbracciarvi tutti per ringraziarvi del vostro calore!
RispondiEliminaUn abbraccio cosmico ed un grazie a te Gianna!
Abbraccio infinito, poeta!
EliminaUna poesia che dimostra la capacità di guardare dentro e oltre gli angoli bui del tuo sentire Elisena,mentre le parole diventano armonia attraverso sospiri lenti e la vita alle volte è un torbido inganno,nulla ci è consentito sprecare in questa vita e guardarsi dentro è sempre doloroso anche se ci sono risposte,complimenti bella poesia,buona serata Gianna..
RispondiEliminaBuona serata, achab, grazie!
EliminaGrazie Massimo, il mio abbraccio grande, grandissimo!
EliminaAncora un grazie a te Gianna!
I poeti non si sentono mai tali e "arrancano" negli scavi dell'anima.
RispondiEliminaMa chi sono poi i poeti se non coloro che utilizzando parole conficcate nelle immagini aprono l'immenso, sia esso di dolore o gioia, dello spirito altrui attraverso la propria anima?
Una poesia profonda che palesa l'inquietudine in cui , spesso, ci si trova confrontandosi con il mondo... "e sento le mie mani dolere" ... è un chiaro messaggio di ricerca interiore "estenuante" inquieta.
Complimenti:-)
Condivido il pensiero di Miryam e di Guardiano del faro... E trovo sublime quel verso "m'aggiro straniera....."
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