ambìto asilo di passeri e merli
vegli sulla pace dei campi
mostrando al cielo le ferite del tempo,
e quando il vento scompiglia
le tue foglie sottili e cangianti
gli offri nuovi germogli
promessa di frutti succosi e liquido d'oro.
Se guardo il tuo tronco contorto
ripenso ad un viso rugoso
che alla fatica di vivere
porgeva sempre un sorriso.
I visi rugosi non vanno più di moda, come le donne vere...questi versi sprigionano l'estro creativo delle donne che ancora si ascoltano.
RispondiEliminaMolto bella la lirica di cui già ho avuto modo di deliziarmi nel blog di Graziella.
RispondiEliminaOttima scelta di pubblicarla!
Un bacionissimo Gabe!
Uno strabbraccione Gianna!
P.S.:Bello anche il commento sopra di Cristina!
La vecchiaia è una cosa che lascia le ruge come il vecchio olivo...
RispondiEliminaBella questa poesia cara Gianna.
Grazie di averla condivisa.
Tomaso
Siamo prossimi alla Domenica delle Palme...cara Elisena.
RispondiEliminaStrabacio.
E la scelta, allora è ancor più giusta :)
RispondiEliminaBellissima questa poesia, sorridere rende la vecchiaia più dolce! felice fine settimana...ciao
RispondiEliminaTi ho già lasciato il mio commento sul tuo blog, m mi faceva piacere leggerti anche sulla vetrina di Gianna. Mi è piaciuto rileggerla. Ciao e un saluto anche a Gianna che "rastrella" sempre i versi più belli per dividerli con tutti. Ciao.
RispondiEliminaL'ulivo è una pianta sacra che merita questi bei versi.
RispondiEliminaUna poesia bella e che fa riflettere,complimenti a Graziella,bello anche il dipinto,buon fine settimana cara Gianna,bacino.
RispondiEliminaAvevo già commentato questa poesia da Graziella : sarà perché amo l'ulivo, ma più la leggo e più mi piace.
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