sabato 10 aprile 2010

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POESIE IN VETRINA : PAOPASC


Non sull'arca.

Non sull'arca
o alla cima del mondo
saltando nelle ore
stanche in girotondo
ma con l'andata e il ritorno
è un giorno sprecato
s'accende l'universo, nemico
del creato, lo spigolo
dell'ago l'andamento
e il solleone
su uno spento
sguardo, un'ode secca
al passato
uno sguardo che sforma
la veduta e a notte
la lunga bevuta
d'un sonno senza fiato.

10 commenti:

  1. Molto belle queste ultime poesie, questa specialmente, ha un che di misterioso e malinconico! Buona domenica, Arianna

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  2. Poesia di buon impatto emozionale e stilisticamente originale ma molto criptica,per quanto mi riguarda,nel significato.Complimenti all'autore.

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  3. La poesia è chiaramente di stampo ermetico non nell'essenzialità ma nei significati metaforici del contenuto...Nei versi aleggia l'idea di una magia nelle parole che sottendono una qualche "nascosta" esperienza interiore.
    Il tema centrale si cela "misteriosamente" nella metafora dell'arca,lascia sottilmente trapelare un senso di solitudine dell'uomo di oggi che, con malinconia, guarda stancamente al passato con uno "sguardo" che deforma ciò che appare.
    La chiusa rafforza il tema della solitudine e della malinconia quasi con rassegnazione che si coglie in quella "lunga bevuta di un sonno senza fiato".
    E' una poesia bella e scorrevole nei versi ma che mi ha "messa in crisi" nel cercare di cogliere il reale significato.
    Complimenti a Paopasc... a cui chiederei di chiarirmi un pò il senso di questo testo ... magari la mia interpretazione è del tutto sbagliata ed io sono molto curiosa per i temi poetici.
    Ciao Paopasc, baci Stella!

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  4. Ringrazio tutti delle parole di stima e affettuose. A Miryam, che chiede una spiegazione sul reale significato, oppongo (metaforicamente) l'indicibilità del reale, quello mediato dalla coscienza, che pur cercando di delinearsi nelle parole compiute della nostra prosa di relazione, viviamo come insufficientemente compreso.
    Per quello che mi riguarda, nella costruzione di questi assembramenti di parole, vale la ricerca dell'accostamento inusuale che riscuote un duplice effetto: da una parte il motore principale dell'agire e dello scrivere è il proprio sentire, dall'altra agiscono i fattori sopra detti, e cioè il portato semantico di ogni vocabolo, che può essere dissociato dall'uso comune e consueto e attraverso l'utilizzo anche di un'associazione inusuale, può trasportare un nuovo significato, di quella cosa barbara e indicibile che è la nostra vita interiore.
    Se tutto questo sbattersi delle lettere sul foglio induce qualcosa nel lettore, ecco che si è raggiunto uno scopo. Infatti, come posso trasmettervi io la mia emozione se non attraverso un vostro rivivere condizioni simili, dunque attraverso il vostro stesso sentire, e giammai per mezzo di una bustina che contenga le sostanze da sciogliere in acqua e bersi.
    Infine, ti rispondo con il grandissimo
    "non chiederci la parola che squadri da ogni lato..."

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  5. "non chiederci la parola che squadri da ogni lato..." Ho compreso!
    E lo sbattere delle lettere sul foglio ha raggiunto lo scopo, eccome!
    Grazie dell'esauriente spiegazione.
    Mi piacerebbe leggerla ancora in qualche altra composizione in versi.
    Buona serata!

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  6. dimenticavo il ringraziamento a Stella, 'gnurante che non sono altro.

    Grazie a te Miryam.

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  7. Qual è il significato della nostra vita interiore, Paopasc?

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  8. mmm Stella, forse faccio prima a rispondere all'ultima domanda del milionario...
    Non è da escludere che la vita interiore sia un effetto collaterale di una funzione aggiuntiva quale la coscienza secondaria...

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  9. Paolo gli enigmi mi piacciono...ma in questo caso ne dubito.

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  10. Infondo la realtà è come voglio immaginarla
    con tutte le finestre aperte e le stanze vuote: Infondo mi risparmio anche i sentimenti perché credo saprò contarli con una mano e se lascio al cielo la mia rabbia nessuno starà ad ascoltarmi.
    Maurizio

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