IO NON RIDEVO ALLE 3.32 di QUELLA NOTTE
(terremoto dell’Aquila)
Nessuna coincidenza con la morte
tutto era crollato sotto i nostri occhi
e la giusta puntualita’ dell’ urlo nel silenzio
si spegneva con il respiro della terra...
Io non ridevo all’Aquila alle 3.32 di quella notte…
Ogni atto umano muta ed incombe nel pianto
uomini unti dalle spirali del grande potere
spezzano l’anima della nostra poverta'...
Io non ridevo all’Aquila alle 3.32 di quella notte….
quando una telefonata sprezzante
si perdeva in feroci risate sul dolore altrui,
mentre il boato ed il tremore della montagna
inghiottiva l’ultima paura di un bambino...
Io non ridevo all’Aquila alle 3.32 di quella notte…
laddove la miseria è colpevole per definizione
e.. la ricchezza è innocente per ontologia…
Davanti a questa poesia,non ci sono parole ma brividi e consapevolezza della realtà!Rosetta
RispondiEliminaSul dolore della gente ridono le jene, mai la gente per bene. Abbiamo perso una bella città e tante vite umane... mi chiedo ancora se quel terremoto è stato davvero un evento naturale.
RispondiEliminaMi inchino davanti a queste rime dove lo sdegno e il dolore fuoriescono coinvolgendo chi le legge.
Buona Notte a tutti.
Una poesia che ha l'aspetto e l'immediatezza della cronaca e perciò autentica, pregnante ed efficace.
RispondiEliminaHa ragione l'autore: nessuno può ridere durante o dopo un dramma del genere, ma nel mondo ormai sembrano prevalere forze (economiche e politiche, individuali e collettive) che mirano unicamente all'interesse personale, confermando il vecchio detto: "Homo homini lupus".
e' qualcosa che non doveva mai succedere.....mi piange il cuore rivedere quelle immagini, mi dispiace molto !!
RispondiEliminaSplendida poesia cara Gianna, che rammenta una immane tragedia.
RispondiEliminaTomaso
No comment. E' tutto scritto dentro e fuori quelle righe!
RispondiEliminaGrazie emilio!
Un saluto Gianna!
Elisena
Non ci sono commenti adeguati possibili,da parte mia. E' solo un grande pugno nello stomaco tutto questo dolore buttato cinicamente e delinquenzialmente (si dice? )su altro incolmabile dolore.
RispondiEliminaPer non dimenticare...
RispondiEliminaCiao Gianna,poesia vera e intensa,complimenti ad Emilio.
RispondiEliminaBuona serata cara Amica.
Un bacio.
una poesia che va oltre la poesia, che fa riflettere e riporta a quel giorno, a quelle sensazioni e a tutta la situazione che è seguita...
RispondiEliminale tue parole mi hanno trasmesso l'inquietudine, la paura, il dolore e infine lo sdegno per la superficialità di chi se ne lava ancora le mani...
bravo Emilio! e complimenti a Gianna per la scelta...
ciao Gianna,grazie, molto emozionante questa poesia di Emilio, vengono i brividi a leggerla ad immaginare il momento vissuto cosi' drammatico, complimenti ad emilio , ciao buona giornata rosa.)
RispondiEliminaLa poesia di Emilio ci riporta a pensare ad un momento di dolore.
RispondiEliminaUn dolore che noi possiamo solo immaginare mentre per gli aquilani è un dolore che non passa come le macerie che resteranno negli occhi di chi ha vissuto quella immane tragedia.
E quella telefonata di esseri umani(???) che ridono e pensano già a come lucrare sulle tragedie della povera gente rappresenta un dolore nel dolore e mai, al pari del "respiro della terra", potrà essere dimenticata perchè vivrà nel sentire comune della gente che ha sofferto e che si è sentita anche presa in giro e manipolata dal potere meschino di uomini che stanno interamente nella citazione latina di Plauto "homo homini lupus" . L'egoismo e la malvagità, spesso, prevale negli uomini ricchi di potere e che smaniano per arrivare a maneggiare sempre di più danaro e non gli importa di passare sui "cadaveri" e sul dolore di chi ha perso tutto.
Versi toccanti per una tragedia che è ancora ( e lo sarà per sempre) nel cuore degli aquilani e che non arresta la solidarietà di noi tutti.
Grazie Emilio per aver fissato questi tuoi sentimenti in questi bellissimi quanto "reali" versi ... Un bacio!
Ciao Gianna ... bacioni anche a te!
Grazie a voi tutte e tutti dei commenti qui rilasciati....il quelle tre parole IO NON RIDEVO ...c'è racchiuso tutto quello che voi avete scritto e pensato: rabbia, dolore, indignazione, sofferenza....e soprattutto rammarico di avere una classe politica senza avere il comune senso dell stato...EMILIO
RispondiEliminaRabbia, sdegno e passione in questi versi che si leggono d'un fiato , tanto sono coinvolgenti: complimenti sinceri all'autore di questa poesia che ha in sè una forza intensa e racchiude un dolore immenso, come l'ultima paura di un bambino.
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