lunedì 3 dicembre 2012

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POESIE IN VETRINA : NIGEL



Uomo del 2000,

che ti appresti

a salpare per

nuovi e più esaltanti

approdi,

nel mare sconfinato

di microchips,

processori           

e circuiti integrati,

con lo sguardo

perennemente

puntato agli estremi 

dell'universo,

forse tu soffrirai

di uno strano

benessere, fatto di

solitudine informatica.

Fermati allora,

per un solo istante,

ad esplorare

l'universo caduto

in uno sguardo


33 commenti:

  1. gli anni 2000 troppa tecnologia e poco interesse per la natura!!!

    un grande sbaglio per l'umanita'!!

    ciao gianna, buona giornata!

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  2. una poesia bellissima ed attuale che è riuscita a sintetizzare in poche parole il pensiero contemporaneo
    grande guardiano!
    ciauuuu
    esmeralda

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  3. NIGEL ha colto con versi immediati il periodo che stiamo vivendo colmbo di tutto tranne che di sani valori e sana vita. Mi piace molto come Nigel esprime....ciaoooo

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  4. Cara Gianna, una scelta veramente bella, la conoscevo questa bella poesia ma è sempre un piacere rileggerla.
    Tomaso

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  5. Forse ha ragione Nigel: fermarsi un istante e riscoprire quanto, un semplice sguardo, sia pieno di parole non dette.
    Ottima scelta!!
    Come sempre del resto:)))

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  6. Bella poesia che mette i evidenza dei piacevoli versi,
    il mal' essere dell' uomo che naviga un' oceano diverso.. "tecnologico".
    ogni tanto è bene staccarsi, osservare e godere di tanta pienezza è la miglior
    terapia. Un saluto a Nigel con il cuore
    Baci Gianna

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  7. Molto bella, in particolare 'forse tu soffrirai di uno strano benessere, fatto di
    solitudine informatica.' che mi sembra molto vero
    La soluzione? 'Sarebbe importante fermarsi un momento and riscoprire il piacere di uno sguardo.'

    Vince

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  8. Molto bella, la solitudine dell'uomo nella tecnologia informatica che perde di vista ciò che c'è di più vero nella vita. Complimenti Nigel, hai colto il problema nel segno. Ciao anche a Gianna per questa proposta. Stefania

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  9. Non posso pronunciarmi sul valore dei versi, ma voglio esprimere il mio apprezzamento per l'iniziativa, utile ed edificante, di creare una vetrina poetica
    Con i migliori saluti alla titolare del blog.

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  10. Perder quello sguardo è come perder la propria anima. Inseguire il futuro e non vivere il presente!
    Prima dell'oltre ci siamo noi, con i nostri difetti, le nostre imperfezioni che ancora ci permettono di commuoverci osservando un "banale" tramonto!
    T'abbraccio forte forte Antonio

    E ate tantissimi baci Gianna e tutti pieni d'un caldo affetto

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  11. ciao.... che poesia interessante... fermarsi per guardare dentro la propria anima..esplorando la vita con i suoi colori più belli...ciao..
    è bravo Nigel a scrivere versi...ciao Gianna. un abbraccio..luigina

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  12. ...mi allaccio al perfetto commento della signora Elisena, aggiungendo che i versi di NIgel sono anche una denuncia sul progresso tecnologico, che per quanto dà per quanto toglie..,versi che inducono a una breve fermata per una lunga riflessione...ciao Nigel e ciao Gianna...

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  13. Stimatissimi amici,
    vorrei rispondervi singolarmente, come il vostro garbo e la vostra cortesia meriterebbero, ma il tempo è tiranno e devo accontentarmi di rivolgervi un ringraziamento generale che, come sempre, viene dal profondo del cuore.
    Noto che fra i commentatori c'è qualche nome nuovo, me ne compiaccio e prometto che andrò presto a fare loro una visita.
    Con tutta cordialità e simpatia.
    P.S.
    Un ringraziamento particolare all'amica Gianna, che mi ospita nel suo simpatico salotto letterario.

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  14. Una poesia molto vera,bellissimo il finale,complimenti a Nigel,ciao Gianna.

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  15. "fermati allora, per un solo istante!" Come vorrei che i nostri giovani leggessero e rileggessero questi versi di Nigel, e se li imprimessero profondamente nel cuore e nella mente!!!!
    Versi veri, che vengono dal cuore . Complimenti a Nigel e saluti cari a lui e a te Gianna.

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  16. Le grandi verità sono semplici e si enunciano in poche parole. Solo un'anima profonda vede e solo una penna maestra sa dare voce. Ogni parola è un concentrato intenso dell'uomo di oggi. Dimenticato il piacere che unicamente si prova esplorando il mondo dentro uno sguardo, l'uomo,oggi, è più solo che mai,immerso nell'universo cibernetico, asettico, inodore e privo di colore.
    Il"strano benessere" è compiacimento nel disaggio.
    Il finale è toccante, invita a recuperare i sensi, a riprendere i contatti con la vita vera, con le vere emozioni.
    Un grande abbraccio a Nigel e un bacione a te Gianna.

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  17. Ringrazio sentitamente per i commenti anche Achab, Paola e Gabriella e prometto che, alla prima occasione, ricambierò loro la cortesia.
    Saluti cordialissimi a tutti, a partire da Gianna.

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  18. Un invito a inforcare occhiali differenti, quelli della semplicità, della "vicinanza", della poesia.

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  19. Una lirica che canta l'attualità.... una profonda riflessione sull'essenza umana in relazione al progresso tecnologico.
    Mi fa tornare in mente " uomo del mio tempo" di Quasimodo, anche se il tema è diverso, ci leggo la stessa maniera di invocare, un monito all'umanità... affinché non sia sopraffatta dalla sua stessa "ingegnosità" e non perda nella scienza tecnologica il suo "sguardo" sul mondo ed , ergo, sulla sua stessa natura umana, sociale e civile.
    Complimenti Guardiano, bellissima ed emozionante.
    Baci Gianna!

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  20. Ciao Myriam,
    grazie anche a te, per l'interessante e circostanziato commento.
    L'accostamento (invero immeritato) col grande Siciliano mi lusinga. Quasimodo infatti è uno dei miei poeti preferiti, ché attraversò varie fasi creative, approdando infine al realismo sociale ed all'impegno civile.
    Io non credo che un poeta debba "militare" qua o là, nel senso stretto del termine, perché l'arte non dovrebbe mai impantanarsi nelle beghe ideologiche e partitiche (vedi la disputa: Vittorini-Togliatti) e dunque dev'essere indipendente rispetto alla politica, ma deve comunque ispirarsi a ideali alti ed edificanti, così come hanno fatto i nostri poeti più celebrati.
    A presto.

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  21. Concordo Guardiano ...
    Io ho accostato la tua poesia a quella di Quasimodo perchè, davvero, appena l'ho letta mi è balenata alla mente "Uomo del mio tempo" che conosco a memoria e mi piace molto come piacciono anche a me le altre del grande Siciliano.
    Tu auspichi che l'uomo non si alieni nella tecnologia, cioè lo metti quasi in guardia, Quasimodo invece vedeva l'uomo emancipato del suo tempo, nella "sostanza"sempre lo stesso uomo guerrafondaio ... due modi diversi nei contenuti di "guardare" e riflettere sull'uomo e le sue "ansie" ...con il linguaggio diretto ed efficace della poesia.
    Per quanto riguarda le ideologie, a parte poeti come Kikmet, Neruda, lo stesso Pasolini e qualche altro la cui vita e anche le opere risentono una appartenenza giustificata anche da censure subite dal potere ... di solito , a volte, sono stati gli uomini a collocare poeti,scrittori, filosofi ed anche pittori quali "ispiratori" di ideologie che non loro stessi o le loro opere. Un arista si ispira "osservando" la realtà con l'occhio critico in quel determinato momento e mette la sua arte al servizio dell'umanità ...spesso travalicando il mondo fisico e indagando quello metafisico ... cercando di seminare quegli ideali alti ed edificanti di cui ha bisogno l'uomo , da sempre nel passato come nel presente. Le beghe politiche non servono a nessuno. SALUTI!

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