giovedì 16 febbraio 2012

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POESIE IN VETRINA : JOE BLACK


Al limite della strada

non si muove più il respiro

che spalanca gli occhi

gettando via gli occhiali

Non c'è il girotondo

e non gira più il mondo

che perde l’equilibrio

nell’immenso universo

   Al limite della strada

 avanza la morte

nella speranza che

sia breve

senza dolore

solo dormire

Quando la notte

cade sui capelli mossi

di soli riflessi

d’Acqua Santa

e chiaro il giorno

sulla pelle bianca

vorrei tanto

fosse

solo per chi

ha vissuto e non

uno schiaffo alle stelle

un affronto al cielo

una croce al sole

sulla tomba d’un bambino!

17 commenti:

  1. Non ci sono parole per commentare le liriche di Elisena.....leggerle e rileggerle ti infondono speranza, energia e tanta tanta meditazione
    Buona giornata!

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  2. Sì...tocca, sfiora, concetti difficili con una delicatezza tutta sua.

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  3. La sofferenza degli innocenti, ecco il tema di questi versi, un tema avvertito, delicato, sofferto, che tocca profondamente le coscienze.
    Per quanto, a certi episodi, come ad esempio l’improvvisa scomparsa di un bambino, si riescano spesso a trovare delle risposte che l'attribuiscono a ragioni superiori e perciò imperscrutabili, il dolore è comunque immenso, straziante, inaccettabile e lascia dentro un profondo smarrimento.
    Ed è proprio questo smarrimento che Elisena ha saputo cogliere e trasformare in versi, attraverso “immagini” nitide, originali, trasparenti e metafore di rara bellezza, coinvolgendoci così nel suo stato d’animo in modo totale, direi fisico, sino a farci dolere il cuore.

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  4. Gianna la ua sensibilità è unica, tant'è vero che hai postato questa mia poesia.
    Vorrei ringraziarvi tutti.
    Entrare in un cimitero dei bambini è come ritroversi nel giardino d'un'asilo, d'una scuola, dove ogni gioco è immobile nel suono interminabile di carillon e doni lasciato all'usura del tempo.
    Fa male al pensiero e al cuore. Viene di lasciar loro una carezza su quelle foto di faccine sorridenti bagnate da pianti di pioggia anche nelle giornate di sole.
    Grazie.
    E un abbraccio grandissimo a tutti coloro che nella vita sono dovuti sopravvivere alla morte d'un figlio.
    I Bambini non dovrebbero morire. Mai.

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  5. ciao Elisena, bellissima delicata, struggente poesia, le morti premature fanno sempre piu' impressione, stroncate sul nascere, ci vuole molto coraggio per affrontare situazioni del genere, grazie per aver dato loro una voce così sommessa, ma da brividi, che conducono a riflessioni importanti,ciao a presto rosa buona giornata...

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  6. Eccomi qui, a bere nella delicateszza della poesia grandi dolori, e a leggere pensieri struggenti che non hanno una ragionevole risposta...
    Io fuggo da ciò... non dalla realtà, ma dallo sconforto che essa provoca.

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  7. La leggo e la rileggo, e mi sembra sempre più...stupenda!! buona giornata a Te

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  8. Bella e direi straziante nel pensare che parla di una croce che alla fine arriva sulla sua tomba. È una poesia che non ci si stanca mai di leggere.
    Bravissima Joe Black, un abbraccio a te cara Gianna.
    Tomaso

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  9. Una poesia molto bella,una voce per chi voce non ha,poesia che tocca il cuore al pensiero di tanti angioletti non più tra noi,Elisena è riuscita a scrivere un testo per ricordare loro con tutta la sensibilità che ha nel cuore,ti ammiro cara amica e ti abbraccio con affetto,buona serata Gianna.

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    1. Volevo cogliere l'occasione, Massimo, per dirti che TVb sempre!
      E la reciprocità degli affetti non è mai cambiata!
      Un fortissimo abbraccio

      Scusa Gianna della mia piccola invasione di campo!

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  10. Triste e struggente, bella poesia Joe Black. Descrivere sensazioni e sentimenti di dolore credo che richiede molto coraggio.
    Buona giornata a tutti; un abbraccio Gianna.

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  11. Questo è anche l'angolo degli affetti, cara Elisena.

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  12. non ho parole.... bellissima poesia!! ciao gianna buon weekend!

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  13. Risposte
    1. Bellissimi concetti espressi con delicatezza per lo strazio che si prova quando muore un bambino. Grande la sensibilità di Elisena. Bravissima

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  14. Un crescendo che ti porta per mano verso un mistero davanti al quale si prova rabbia e sgomento.

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