domenica 21 giugno 2009

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POESIE IN VETRINA : MISTRAL

IL FRUTTO

Cammino lentamente sulla strada


che porta senza fretta

dove deve.

Affronto come acqua freddo e sole

del resto, il tempo, non si può cambiare.

Lungo il percorso, guardando tra le buche

osservo, sul selciato, un frutto strano.

Lo colgo mentre seggo sopra un sasso

lo giro a bocca aperta tra le mani.

Ha vento di fiori, profumato

brilla di colori arcobaleno.

Lo apro

gusto sapore di rugiada

di fiori appena nati

di vita sbocciata.





Ci sono semi di speranza

succo di gioie irrazionali

come bambini senza lacci di convenzioni.

Girandolo muta forma e colore

diventa pioggia e si fa temporale

per diventare dopo poco tempo

nuvole, sole

uccelli senza freno.




Mi godo il frutto

lo chiamo Giovinezza.

E' ancora giorno

ma dopo viene sera.

Mi alzo piano dalla mia sedia di sasso

appoggio il frutto dove l'ho trovato.

Continuo il viaggio da dove l'ho lasciato


3 commenti:

  1. Il poeta coglie negli accadimenti quotidiani le grandi verità nascoste dell'esistenza.Una lirica sostenuta da una scrittura musicale tesa e vibrante per un esploratore degli spazi poetici.
    Giorgio

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  2. bella la tua poesia,ciao mistral,buona serata stella.

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