lunedì 6 aprile 2009

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SONETTO SCONOSCIUTO DI UMBERTO SABA


Messina (1908)

Io non la vidi mai, che d’essa noto
n’era il nome e non più. Nel mio pensiero,
quanto vedevo immaginando il vero,
è quello che distrusse il terremoto.

Vedea uno stretto da varcarsi a nuoto;
di cupe frondi un dondolio leggero:
col porto di vocianti uomini nero,
sotto un meriggio eternalmente immoto,

biancheggiar la città, vasta aranciera.
ora veggo macerie, onde la fiamma
esce, o un lungo sottil braccio di cera.

Vagano cani ritornati fiere:
mentre al bimbo che piange e chiede mamma
canta la ninna-nanna un bersagliere …

4 commenti:

  1. Bella e struggente...preghiamo per i bambini che in questo momento stanno soffrendo...

    Un saluto!

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  2. Non conoscevo questa poesia di Saba dedicata al terribile terremoto di Messina di 100 anni fa
    molto bella e triste come possono essere i versi dedicati a queste tragedie.
    Un saluto.

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  3. Com'è bella Stella cara: quell'immagine del bersagliere che canta la ninna nanna è meravigliosa e ad un tempo ti strazia il cuore.

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